MOSTRA

Mosaico di grafiche, parole, materia

"Mosaico di grafiche, parole, materia" è una mostra-atelier che racconta un percorso fatto nei nidi e nelle scuole dell’infanzia di Reggio Emilia sul tema della grafica intrecciata alla narrazione.

"I bambini possono vivere i loro rapporti con la natura e le sue cose con amorosa intensità. Un’intensità che si riverbera nelle loro rappresentazioni e persino nei loro gesti."

Loris Malaguzzi

La mostra-atelier Mosaico di grafiche, parole, materia, raccoglie le opere e i processi dei bambini dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali di Reggio Emilia dedicate al tema della grafica e della narrazione. L’intento è comprendere meglio la trama poetica che intreccia disegno e parola, per restituire la ricchezza cognitiva ed espressiva di cui i bambini sono generatori.

Parole, segni, materie per gli occhi, da leggere, guardare, ascoltare, toccare. Nei bambini la parola e il disegno – pur essendo linguaggi autonomi – quasi sempre si affiancano e si intrecciano, formando un mosaico intelligente e poetico.

L’obiettivo del progetto è duplice:

approfondire quanto la grafica e la materia si nutrano di parola e di immagini mentali e quanto la parola e le immagini mentali si nutrano di percezioni (visive, tattili, sonore, corporee);

vigilare con attenzione che nella quotidianità della scuola non si disperdano o si impoveriscano la qualità dell’apprendimento, le percezioni e gli immaginari che gli strumenti manuali offrono a bambini e adulti.

 
APPROFONDIMENTI

Dal catalogo della mostra Mosaico di grafiche, parole, materia


"Quella qui presentata è una mostra lieve, pericolosamente lieve, perché può apparire, a occhi un po’ miopi, quasi scontata, già vista, già passata. Si tratta, invece, di opere interessanti che dicono e confermano alcune ipotesi (verrebbe da azzardare) antropologiche, in quanto le opere e i processi dei bambini comunicano con sorprendente chiarezza alcune percezioni di base che appartengono alla nostra specie. Una sensibilità agli stimoli percettivi immediata, fluida, che passa con grande ricettività e risonanze dalla tattilità al sonoro, al visivo, costruisce immagini mentali e si coniuga con disinvoltura al linguaggio verbale. Una specie di sinestesia dei sensi e un accendersi dell’immaginario dove le percezioni si “innervano, disciogliendosi l’una dall’altra”, necessarie l’una all’altra, perché è nel connubio che acquistano significato. Commentare il materiale creato dai bambini non è semplicissimo, perché siamo consapevoli che si corre il rischio di separare ancora una volta la parte iconografica da quella linguistica, le mani che esplorano, ascoltano, parlano, dalle parole che vedono e percepiscono. Se nei testi privilegiamo un aspetto rispetto a un altro è solo per cercare di approfondire alcuni ambiti di esplorazione ed espressività dei bambini: nell’apparente separazione dei linguaggi – percettivo e linguistico – lo sforzo è sempre quello di tenere insieme il tutto, consapevoli che, se ci riusciamo, possiamo moltiplicare le connessioni tra le diverse parti, ampliando gli sguardi e approfondendo la comprensione del lavoro fatto.
Nella presentazione della mostra e nei testi successivi vengono riconfermate l’importanza e la bellezza del linguaggio grafico, della ricchezza che questo dona alle mente, agli occhi e ai sensi con i quali ci si rapporta con l’esterno, perché si fatica a non elogiare le qualità cognitive e immaginative che questo linguaggio regala a chi lo frequenta e lo esplora con partecipazione e assiduità. Nei nidi e nelle scuole dell’infanzia per fortuna si disegna, ma progetti come questo (e come altri che lo hanno proceduto), che hanno come soggetto la grafica, sono utili per non spegnere o diminuire la consapevolezza dell’importanza del processo che si compie per arrivare al prodotto grafico finale. Non ci stancheremo mai di ripetere quanto l’intelligenza e la creatività che si intravedono o si scoprono nel processo grafico siano preziose per farci conoscere, stimare e apprezzare tutti gli autori e farci meglio comprendere la ricchezza di un linguaggio come questo. Un linguaggio troppo spesso svilito nella cultura scolastica diffusa. Non vogliamo infierire, ma sono veramente numerosi gli esempi di una quotidianità nella quale vengono sistematicamente sottovalutate le ripercussioni negative, per i bambini e per gli adulti, che derivano da una disattenta e omologa cultura visiva e quanto questo sottrae alle possibilità conoscitive dei bambini."
Vea Vecchi

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